“La vita prima di me”: la vera storia di una famiglia nascosta durante l’occupazione
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La vita prima di me **
di Nils Tavernier
Film francese, 1h31
Si dice che tutti gli ebrei stranieri presenti a Parigi saranno arrestati a breve. Quando, la mattina del 16 luglio 1942, la polizia francese arrivò nel loro palazzo, la famiglia Zylberstejn riuscì a nascondersi in un appartamento vicino e a sfuggire per un pelo alla prima fase della retata. Una coppia, Rose e Désiré Dinanceau, gli presta una stanza di servizio sotto il tetto: Moshe, Rywka e la loro figlia Tauba, un'adolescente allegra, si trasferiscono in questa stanza di 6 m².
Per non essere visti, per non essere ascoltati. La vita quotidiana è scandita da questa pesante inerzia, scandita da nuove retate della polizia alla ricerca di sempre più ebrei, stranieri o francesi, giovani o anziani. Allora sorge spontanea una domanda assillante: cosa succederà loro adesso?
Per tutto il giorno, Moshe ( Guillaume Gallienne ) siede su una sedia e osserva attraverso l'oblò che illumina la stanza il via vai degli inquilini nel cortile del palazzo, che conta scrupolosamente. Rywka (Adeline d'Hermy) prepara pasti modesti con le provviste portate da Rose (Sandrine Bonnaire) e pulisce ossessivamente i piatti. Tauba (Violette Guillon) sembra la più determinata a mantenere una parvenza di vita normale, come quando canticchia dolcemente le melodie che suona sulla tastiera di un pianoforte disegnata sul pavimento. La sua migliore amica e sua nonna, che a volte vanno a trovarle, portano loro echi del mondo.
Una dura prigioniaThe Life Before Me si basa sulla testimonianza di Tauba Birenbaum , nata Zylberstejn, raccolta dalla fondazione creata nel 1994 da Steven Spielberg, Survivors of the Shoah Visual History Foundation, divenuta poi USC Shoah Foundation. Sono state girate 52.000 storie autobiografiche in 56 Paesi. Tauba ha fatto da cornice alla sceneggiatura di Nils Tavernier e di suo figlio Guy Birenbaum. Un estratto apre il film.
La produzione scandisce il trascorrere dei giorni con implacabile sobrietà e ci immerge nella costrizione necessariamente provante della famiglia Zylberstejn, i cui membri sono interpretati senza pathos. Anche se la loro relazione è improntata all'affetto, i loro scambi sembrano ridotti al minimo, così come le possibili occupazioni (lettura, scrittura, giochi, educazione di Tauba, ecc.). Questa opprimente ambientazione a porte chiuse è giudiziosamente intervallata da immagini d'archivio che gettano luce sull'evoluzione della guerra e sul destino degli ebrei. Inseriscono questa storia unica nella Storia più ampia con pedagogia e fluidità.
La Croıx